Mondi 8/2025

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Mondi 8/2025

It is with quiet satisfaction that we note the formal recognition of Mondi by the Italian National Agency for the Evaluation of Universities and Research Institutes (ANVUR) as a scientific publication within Area 11 (Historical, Philosophical, Pedagogical and Psychological Sciences) and Area 14 (Political and Social Sciences). This classification, while administrative in character, reflects an ongoing commitment to conceptual rigour, methodological clarity, and a form of inquiry that seeks not immediate resolution but rather the slow elaboration of problems that matter. This recognition reinforces our commitment to further strengthen the journal by expanding the number of contributors and increasing its presence in the international debate. Starting with this issue, this intention is reflected in the establishment of a co-scientific direction and the expansion of the International Advisory Board. The journal has always aimed to provide a space in which philosophical reflection can engage freely with political, legal and social forms – without reducing them to objects of external analysis, and without relinquishing the discipline of thought. Its approach is theoretical in spirit, but not abstract in tone; committed, yet not doctrinaire. The present issue is structured in two parts. The first gathers a number of essays that take up the theme of vengeance, not as a relic of pre-modern life, but as a recurring figure in our moral and political vocabularies.These contributions approach ven-geance less as a practice than as a lens – through which one might reconsider the nature of punishment, the authority of the law, and the affective undercurrents that continue to ani-mate the exercise of power. The second part brings together reflections of a somewhat broader and more exploratory kind. Here the emphasis falls on imagination, representation, and the limits of rational understanding – whether in relation to artificial intelligence, financial ideologies, ancient forms of belief, or literary modes of ethical thought. The essays vary in focus, but share a concern with how meaning is formed, how it is sustained, and what resists its articulation. If the volume as a whole maintains a certain orientation, it lies in the conviction that thinking is not a withdrawal from the world, but a precise form of attention to it – an attention that is philosophical insofar as it resists haste, welcomes complexity, and remains open to uncertainty. 


Con serena soddisfazione segnaliamo il riconoscimento formale di Mondi da parte dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) come pubblicazione scientifica per l’Area 11 (Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche) e per l’Area 14 (Scienze politiche e sociali). Tale classificazione, pur di natura amministrativa, riflette un impegno costante nei confronti del rigore concettuale, della chiarezza metodologica e di una forma di ricerca che non mira a un impatto immediato, ma all’elaborazione lenta di problemi rilevanti. Da questo riconoscimento esce rafforzato il nostro impegno per dare maggior impulso alla rivista, allargando il numero dei collaboratori e rendendola più presente nel dibattito internazionale. Già da questo numero, questa volontà si traduce nella co-direzione scientifica e nell’ampliamento del comitato scientifico internazionale. La rivista si è sempre proposta come spazio in cui la riflessione filosofica potesse confrontarsi liberamente con i fenomeni politici, giuridici e sociali – senza ridurli a meri oggetti di analisi esterna, né rinunciare alla disciplina del pensiero. Il suo approccio è teorico nello spirito, ma non astratto nel tono; impegnato, ma non dottrinario. Il presente numero è articolato in due sezioni. La prima racco-glie una serie di saggi che affrontano il tema della vendetta, non come reliquia di un passato premoderno, ma come figura ricorrente nei nostri lessici morali e politici. Tali contributi intendono la vendetta meno come pratica che come lente interpretativa – attraverso cui ripensare la natura della punizione, l’autorità della legge e le trame emotive che ancora animano l’esercizio del potere. La seconda parte riunisce riflessioni di carattere più ampio e sperimentale. In questo contesto, l’accento è posto sull’immaginazione, sulla rappresentazione e sui limiti della comprensione razionale – che si tratti di intelligenza artificiale, ideologie finanziarie, forme antiche di credenza o modalità letterarie del pensiero etico. I saggi differiscono per oggetto, ma condividono l’interesse per le modalità attraverso cui il significato si forma, si mantiene e resiste alla propria articolazione. Se l’intero fascicolo conserva un orientamento unitario, esso risiede nella convinzione che pensare non significhi ritirarsi dal mondo, bensì prestargli una forma precisa di attenzione – un’attenzione filosofica, nella misura in cui resiste alla fretta, accoglie la complessità e rimane aperta all’incertezza.

Commenti (2)

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Bertrand Russell16/09/2025 16:28
Molto bello
Lucilio Barone22/09/2025 06:46
Eccellente